Oscar e la dama rosa (Ciclo dell’invisibile) (Italian Edition) by Eric-Emmanuel Schmitt

autore:Eric-Emmanuel Schmitt
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Edizioni e/o
pubblicato: 2015-06-17T00:00:00+00:00

Caro Dio,

è fatta, sono sposato. Oggi è il 21 dicembre, sto per compiere trent’anni e mi sono sposato. Io e Peggy Blue abbiamo deciso che ai figli penseremo dopo. In realtà credo che non sia ancora pronta.

È successo stanotte.

Verso l’una ho sentito Peggy Blue che si lamentava. Mi sono tirato a sedere sul letto. I fantasmi! Stavano torturando Peggy Blue dopo che io le avevo promesso di montare la guardia. Si sarebbe accorta che ero un incapace, non mi avrebbe più rivolto la parola, e a ragione.

Mi sono alzato e mi sono diretto verso le urla. Arrivato in camera di Peggy l’ho vista seduta sul letto che mi guardava venire avanti, stupita. Anch’io dovevo avere un’espressione sorpresa, perché di fronte avevo Peggy Blue che mi fissava con la bocca chiusa, eppure continuavo a sentire le grida.

Allora mi sono avvicinato alla porta dopo, e ho capito che a gridare era Bacon: si contorceva nel letto per colpa delle bruciature. Per un attimo mi sono sentito la coscienza sporca, ho ripensato al giorno in cui avevo dato fuoco alla casa, al gatto e al cane, quando avevo addirittura arrostito i pesci rossi (cioè, credo più che altro di averli bolliti), ho pensato a quel che avevano passato e mi sono detto che dopo tutto era meglio che ci avessero lasciato la pelle piuttosto di avere a che fare all’infinito con i ricordi e le bruciature, come Bacon, nonostante i trapianti e gli unguenti.

Bacon si è rannicchiato e ha smesso di lamentarsi. Io sono tornato da Peggy Blue.

«Così non eri tu a urlare di notte, Peggy? Ho sempre pensato che fossi tu».

«E io che fossi tu».

Non riuscivamo a credere a quello che stava succedendo né a quello che ci stavamo dicendo: la verità è che ognuno si preoccupava per l’altro già da parecchio tempo.

Peggy Blue è diventata ancora più azzurra, il che significava che era molto imbarazzata.

«Ora cosa fai, Oscar?».

«E tu?».

Pazzesco quanti punti abbiamo in comune. Le stesse idee, le stesse domande...

«Vuoi dormire con me?».

Le femmine sono incredibili. Io avrei messo ore a dire una frase del genere, avrei passato settimane e mesi a rimuginarla in testa prima di pronunciarla, e lei la tirava fuori così, con naturalezza.

«Okay».

E sono entrato nel suo letto. Stavamo un po’ stretti, ma abbiamo passato una notte fantastica. Peggy Blue odora di nocciola e ha la pelle morbida come la mia all’interno delle braccia, solo che la sua è morbida dappertutto. Abbiamo dormito e sognato molto, siamo stati stretti l’uno all’altra e ci siamo raccontati le nostre vite.

Sennonché la mattina, quando la signora Gommette, la caposala, ci ha trovato insieme, è stato il melodramma. Si è messa a urlare. Anche l’infermiera della notte si è messa a urlare, hanno urlato una contro l’altra, poi contro Peggy, poi contro di me, sbattevano le porte, chiamavano le altre a testimoni, ci definivano “piccoli disgraziati”, anche se noi eravamo molto felici, e per mettere fine al concerto ci è voluto l’arrivo di Nonna Rose.

«Volete lasciare in pace questi bambini? Cos’è che

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